Scuola Secondaria di I Grado A. Rosmini – Rovello Porro

Breve storia della scuola media di Rovello Porro.

La Scuola Secondaria di Rovello Porro è ubicata in via Luini 15, nella periferia del paese, in mezzo al verde del Parco Lura. L’attuale edificio è stato costruito tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ‘80 su progetto dell’Ing. Arch. comasco G. Marziano, che inizialmente prevedeva una costruzione più ampia dell’attuale, in previsione di un  rapido incremento demografico, che non è mai avvenuto. Pertanto, anche per i costi molto elevati, l’intera opera è stata ridimensionata, approvando un primo lotto di lavori comprendente 12 aule normali, 4 aule speciali, laboratori, uffici di segreteria, presidenza, sala insegnanti, distinti in due corpi di fabbrica. Inaugurato dal Presidente del Senato Vittorino Colombo, Presidente del Senato, nel giugno 1983, l’istituto ha cominciato a funzionare con l’anno scolastico 1983/84 e l’edificio non è più stato ampliato. Successivamente è stata aggiunta la palestra polifunzionale a servizio anche delle associazioni sportive del paese.

In precedenza la Scuola Media, dopo l’introduzione della legge di riforma sulla cosiddetta Scuola Media Unica del 1962, era collocata in via General Porro/via De Amicis, in un fabbricato già sede della Scuola Elementare, poi trasferitasi nell’attuale plesso a partire dall’anno scolastico 1961/62. Il vecchio fabbricato, poi trasformato in Centro Civico, si è dimostrato da subito quantitativamente e qualitativamente insufficiente ai bisogni crescenti della popolazione scolastica, allora più numerosa di oggi. Pertanto le Amministrazioni Comunali che si sono succedute, dopo diversi interventi di ristrutturazione,  si sono posti il problema della costruzione di un nuovo edificio scolastico fin dagli anni ’60, per  addivenire alla definitiva decisione di cui sopra.

La scuola è intitolata ad Antonio Rosmini. Nato il 24 marzo 1797 a Rovereto, che allora faceva parte dell’impero austriaco, fin da adolescente sbocciò in lui la vocazione sacerdotale e il 21 aprile 1821 venne ordinato sacerdote. Nel febbraio 1826 si portò a Milano, dove entrò subito in contatto con Alessandro Manzoni, che lo invitava spesso alle conversazioni che si tenevano nella sua casa. Lesse anche le bozze dei Promessi Sposi, di cui si innamorò e previde il futuro grande successo.

Dagli anni Trenta alla sua morte (1855) il Piemonte diventò il luogo della sua vita e opera. Fu il Piemonte ad offrire ospitalità ai suoi istituti religiosi, che nel frattempo aveva fondato (l’Istituto della Carità e Le Suore della Provvidenza), e ad assicurargli quella libertà indispensabile per sviluppare e confrontare il suo pensiero politico, ecclesiastico, pedagogico e religioso.

Nel 1848, dopo l’insuccesso nella prima guerra d’indipendenza, Carlo Alberto, su consiglio di Vincenzo Gioberti, gli affidò una missione importante: recarsi a Roma e persuadere il papa Pio IX ad appoggiare la causa dell’unità italiana.  Ma, per ragioni diverse, la missione  fallì.

Nel giugno 1849 ripartì per il Piemonte e giunse a Stresa, dove visse dal 1850 fino alla morte. Andavano a trovarlo e a chiedere consiglio religiosi e amici, tra cui Gustavo Cavour (fratello di Camillo), Alessandro Manzoni ed alcune delle più alte personalità ecclesiastiche del tempo, professori di università e di seminario, abati, sacerdoti, religiosi e laici. La figura di Rosmini, dopo l’avventura romana, agli occhi di amici, discepoli e figli spirituali, diventò sempre più alta e amata: lo si cercava e lo si ascoltava come un maestro saggio ed un padre santo. Dopo un viaggio a Rovereto nell’autunno del 1854, Rosmini tornò a Stresa dove morì il primo luglio del 1855 a cinquantotto anni e dove fu sepolto. Scrisse numerose opere di carattere teologico, filosofico e pedagogico.

Giovanni Paolo II nel 1994 ne avviò la causa di beatificazione, il 18 novembre 2007 è stato proclamato beato da Benedetto XVI.